Ogni appassionato della natura, e quindi anche il cercatore di funghi, de ve avere il massimo rispetto dell’ambiente, del suo ritmo biologico e del le sue basi ecologiche, al fine di evitare interventi maldestri e inopportuni.
Il continuo calpestio, lo stravolgimento dello strame del sottobosco, costituito da foglie marcescenti e da ogni sorta di frammento vegetale caduto a terra, la rottura, accidentale o meno, di arbusti e piccole piante e il sollevamento di zolle erbose provocano il deperimento di ecosistemi anche complessi. Spesso i raccoglitori compiono la leggerezza di di struggere intere popolazioni di funghi ritenuti non commestibili, causando profondi guasti all’intera comunità boschiva. Non è mai superfluo ricordare che la natura è uno splendido patrimonio inalienabile di tutta l’umanità e che nessuno ha il diritto di devastarla.
Un’attenzione particolare va rivolta alla scelta del contenitore nel quale ri porre i funghi. Il migliore è senza dubbio il classico cesto di legno intrecciato, rivestito al più di foglie o di muschio per garantire un’adeguata umidità interna e permettere una corretta dispersione delle spore. Sono assolutamente da evitare i sacchetti di plastica, che isolano completamente i funghi e che, trattenendo un eccesso di umidità e di calore al loro in terno, innescano rapidi fenomeni di deperimento e di fermentazione, con gravi alterazioni delle caratteristiche organolettiche del prodotto raccolto. È importante non riporre mai nello stesso cestino funghi certamente buo ni insieme ad altri di dubbia commestibilità, in quanto frammenti di questi ultimi, o semplicemente le loro spore, possono essere causa di disturbi anche piuttosto gravi.
I funghi vanno recisi alla base con un coltello affilato e puliti grossolana mente sul posto per meglio favorire la dispersione delle spore. Ricordiamo di non raccogliere esemplari troppo maturi, troppo erosi dalle luma che o guastati dall’invasione di parassiti, che potrebbero causare seri di sturbi enterici.