Questo maggio verrà ricordato come mese piuttosto atipico nel calendario ortofrutticolo di produttori e consumatori. Il clima “decisamente indeciso” non lascia ancora spazio alla primavera che dovrebbe essere oramai inoltrata, con molta confusione sulle previsioni non solo meteorologiche ma anche di spesa.
Cosa è di stagione in questa matta stagione?
Bene rifugio sono indubbiamente le produzioni locali di verdura: gli asparagi, sebbene un po’ frenati nel loro ciclo vegetativo dalle temperature spesso al di sotto delle medie stagionali, vengono raccolti ogni giorno e portati freschi al mercato dai nostri abili produttori, che con molta cura e passione si prodigano per garantire produzioni il più possibile regolari a noi consumatori. Anche sul versante piselli possiamo contare sul principio della freschezza e della vicinanza: i baccelli profumatissimi racchiudono piselli particolarmente ricchi di acqua e di sapore, una vera delizia da portare in tavola più volte alla settimana, considerando anche il fatto che nel veneto vantiamo zone di produzione tipiche, come il pisello di Borso del Grappa e quello di Peseggia.
Anche le insalate venete, specialmente le baby leaf coltivate (e quindi protette dalle bizzarrie climatiche) in serra, sono un’ottima verdura di stagione, da utilizzare come contorno o base per pratici piatti unici, con l’aggiunta di frutta secca, proteine animali – come cubetti di prosciutto o pancetta, tonno, gamberetti o latticini, secondo i gusti e le diete personali. Molto richiesta è la rucola, ricercata per il gusto piccantino, fondamentale nella preparazione di molte ricette e molto accentuato nelle varietà selvatiche. Le foglie della rucola, allungate e di un colore verde intenso emanano anche un profumo caratteristico che aumenta, insieme al gusto, a partire dalla primavera con l’avanzare delle stagioni.
Dal sapore più dolce e delicato è il lattughino – o insalatina – con foglie leggermente dentate e dal colore verde chiaro. Lo spinacino invece si riconosce per la tonalità scura, la forma tondeggiante e la consistenza carnosa. Molte sono poi le cosiddette varietà orientali, come la mizuna e il tatsoi, che vengono aggiunte alle misticanze per appagare i palati dei consumatori più esigenti e attenti alle novità.
Squisiti in abbinamento a tutte queste insalatine sono anche i ravanelli coltivati lungo il litorale veneziano, da affettare e condire per un tocco deciso di colore e sapore.
E la frutta?
Più complicata è indubbiamente la situazione sul versante frutta: di locale c’è ben poco, in quanto si può contare su piccole produzioni di fragole e le primissime ciliegie che, nelle varietà precoci, si fanno poco desiderare perché di pasta molle e gusto poco sapido: meglio attendere i duroni veneti.
Meloni, pesche, nettarine e albicocche sono ancora primizie del sud Italia o estere, con qualità decisamente sotto la media. “Frutta rifugio” possono allora essere le fragole del centro-sud o le sempre ottime mele, per non parlare dei grandi classici non certo italiani ma pur sempre presenti, come banane e ananas.
Un assaggio di sole estero, in attesa che arrivi costante anche nella nostra penisola per portarci a pieno titolo verso le produzioni tipiche della bella stagione.